“Considerata la necessità di un numero maggiore di insegnanti di sostegno di ruolo in Basilicata il gruppo di Italia Viva in Consiglio regionale ha presentato una mozione consiliare per impegnare la Regione a mettere in campo azioni mirate per risolvere l’annoso problema”.
Lo dichiarano il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Mario Polese e il capogruppo di Italia Viva, Luca Braia. In particolare nella mozione si chiede al presidente della Giunta regionale Vito Bardi e allo stesso esecutivo di farsi portavoce presso il Ministero dell’Istruzione e dell’Università e della ricerca perché si possano immettere in ruolo, già dal prossimo anno scolastico, gli insegnanti già specializzati e formati’. Praticamente i due esponenti regionali di Italia Viva ritengono sia indifferibile l’immediata attivazione del Tirocinio formativo attivo (TFA) presso l’Università degli studi della Basilicata per gli idonei che sarebbero comunque in soprannumero rispetto ai posti messi a disposizione.
Polese e Braia spiegano infatti che “presso l’Unibas, in riferimento all’anno accademico 2019 – 2020 sono circa 377 i candidati che hanno superato tutte e tre le prove concorsuali risultando idonei ma rimanendo comunque esclusi dalla frequenza del corso di specializzazione per insegnanti di sostegno poiché in soprannumero, avendo l’università lucana messo a bando solo 300 posti complessivi, suddivisi per ogni ordine e grado scolastico. Tutti questi ‘esclusi’ dovranno attendere un altro anno per poter essere ammessi al corso di specializzazione nonostante permanga la grave carenza di tali professionalità nelle scuole della Basilicata”. “Una situazione paradossale che, di fatto, non copre totalmente tutti i 1.929 alunni lucani con disabilità attuali con l’adeguato sostegno, nonostante ci sia una platea di insegnanti a tempo determinato ma idonei a cui non viene offerta la possibilità della specializzazione finale per ottenere poi il ruolo. Per questo chiediamo al presidente Bardi di attivarsi a livello ministeriale per risolvere una volta per tutte il problema”, concludono Polese e Braia.