Quasi due mesi di chiusura per Covid 19, 50 giorni in cui le nostre vite sono cambiate. Lei come ha vissuto questo periodo, come ha impegnato il tempo?
“Per lo più lavorando, perché per tutti cimentarsi di colpo con le tecnologie di socialità virtuale ha prolungato i tempi quotidiani. E poi, diciamoci la verità, siamo stati anche un po’ tutti presi da questa “sbornia da videochiamata”. Forse ci è servito per sentirci meno soli. Nel poco tempo libero ho letto Recalcati, ascoltato Ghali ma anche vecchi Cd del Liceo; Narcos e Casa di carta su Netflix. Sono stato moltissimo a telefono e qualche volta ho cucinato, soprattutto spaghetti, in tutte le salse”.