Il Pd ha un dovere. In queste ore tutto ciò che accade o meglio non accade nella costruzione del Governo nazionale ci impone ancora più urgenza: dobbiamo offrire il nostro contributo di proposta nel merito e difendere la democrazia e le istituzioni dal qualunquismo e dal dilettantismo. Dobbiamo ripiegarci sulle urgenze reali dei cittadini e dei territori. Solo così potrà riannodarsi quel filo di fiducia che indiscutibilmente si è slegato da tempo. Noi in Basilicata abbiamo scelto di essere forza politica aperta in mezzo alla gente. Abbiamo deciso di ascoltare. Non abbiamo la bacchetta magica, ma la consapevolezza che se decidessimo di continuare a guardarci l’ombelico sarebbe l’ennesima occasione perduta. Ecco perché a metà viaggio del tour “Rigeneriamo la Basilicata – incontri con la società aperta” posso dire che abbiamo imboccato la strada giusta. In questi quattro incontri ho avuto il piacere – dovere di ascoltare cose vere. Non la politica che parla alla politica, nè le piccole beghe interne.
Ci siamo tuffati con umiltà nella Basilicata che soffre e oramai guarda alle classe dirigente con indifferenza se non addirittura con diffidenza. Abbiamo registrato una sessantina di interventi di persone comuni che hanno posto sul tavolo istanze vere e problemi importanti. Critica ma anche tanta fiducia. E ritengo una grande fortuna quella di essere ancora gli unici capaci di avere un confronto diretto con la gente. L’impegno, al netto delle sterili polemiche sui simboli e sulle targhe, è non depauperare questo tesoro di esperienze che ci vengono offerte. Il cammino, chiuse le altre quattro tappe che ci mancano per concludere il tour, continuerà mettendo a sistema tutti i suggerimenti e le proposte e le necessità che ci sono state poste per dare vita a un programma di condivisione dal basso. E’ questa, secondo me, l’unica strada che il Pd ha per riconquistare la fiducia della sua gente. Al Pd serve compattezza e confronto, non divisioni e polemiche. Alle persone non interessano le nostre beghe ma le soluzioni che sappiamo proporre. Tanto più che in questi giorni abbiamo la fotografia plastica di cosa accade quando vanno gli altri al governo. Il contratto tra Lega e Movimento 5 Stelle è un documento che mette i “brividi”.
E’ un contenitore di imprecisioni e di dimenticanze. Un documento in cui c’è tutto e il contrario di tutto condito da una buona dose di “schizzofrenia” che mette a rischio non solo la tenuta del Paese, ma anche il suo spirito democratico. Il Mezzogiorno è un mero “marchio” e le imbarazzanti dichiarazioni dei parlamentari lucani delle forze aspiranti al governo lo comprovano. Parole in libertà, nessuna proposta, qualunquismi e becero spirito secessionista proprio di una forza che fino a poche settimane fa aveva esclusivamente il “Nord” nel suo simbolo. In tutto questo non possiamo continuare a distruggere noi stessi per calcoli personali ed il mio auspicio è che l’Assemblea nazionale di domani avvii finalmente un percorso importante di ampio respiro nella società aperta, che ridia entusiasmo a chi non crede ad un nuovo bipolarismo ma che immagina che esista una terza via, liberale, progressista e riformista, quella che peraltro sta emergendo bene anche nei nostri incontri. Nei prossimi giorni avremo contezza di cosa vorrà dire avere un governo nazionale improvvisato, reazionario e schiacciato sulle esigenze del Nord e così avremo anche modo di completare il percorso condiviso in Direzione e tracciare la strada per il futuro anche in Basilicata. Noi non ci arrendiamo a questa deriva. Io non lo farò.