• Renew Europe IV

Potenza, 2 novembre 2023. “Mi unisco all’appello fatto dalla Failp Cisal e dal suo segretario provinciale Luigi Vitale, in merito alla difficile situazione in cui si trovano molti uffici postali della regione, senza direttori e con dipendenti allo stremo per le numerose operazioni da svolgere”. E’ quanto dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale ed esponente di Italia Viva, Mario Polese che aggiunge: “La denuncia è molto chiara e sta già suscitando diverse iniziative in vari comuni lucani, con comitati di cittadini e sindaci che più volte hanno fatto appello alla sede romana di Poste e alla Regione stessa per trovare una soluzione senza ricevere purtroppo risposta. Poste italiane, come spiegato dalla Failp, ha una rete di 135 uffici postali, 70 dei quali sono gestiti da un mono operatore, evidenziando così una carenza di personale. I tempi di attesa sono molto lunghi visti i numerosi servizi erogati senza contare che da dicembre, inoltre, sarà possibile richiedere il passaporto e da febbraio carta d’identità e servizi dell’Agenzia delle Entrate. La domanda è come si potranno gestire questi ulteriori servizi in condizioni così limitate?”. “Inoltre -  afferma Polese - c’è anche la difficoltà di molti operatori letteralmente sballottati tra i vari uffici a proprie spese. Tra questi c’è anche molta demotivazione perché in tutte le province vi è mobilità per avvicinarsi a casa, mentre solo nella provincia di Potenza non si muove nulla, o solo per pochi. Da contratto collettivo, come spiegato dal sindacato, è previsto che le donne che godono del permesso all’allattamento debbano lavorare nel proprio comune di residenza, mentre mi viene segnalato che nella filiale di Potenza le lavoratrici prestano servizio altrove, di conseguenza le ore di allattamento vengono godute in viaggio di ritorno a casa” “Per tutti questi motivi  chiedo a Bardi e alla sua Giunta un impegno in merito alla questione, affinché si interfacci con i vertici nazionali e con l’Ad di Poste, Del Fante, per trovare una soluzione a queste incresciose difficoltà che ricadono su lavoratori, cittadini e comunità”, conclude il vicepresidente del Consiglio regionale Polese. 

Potenza, 26 ottobre 2023. “Evitare la chiusura delle scuole nei piccoli comuni che non raggiungono i parametri studiati a tavolino. Non si può parlare infatti, di contrasto allo spopolamento se prima non si parte dalla salvaguardia della presenza delle scuole per la formazione delle nuove generazioni”. Lo dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Mario Polese che sul tema ha presentato ieri in aula la mozione, poi approvata all’unanimità da tutti i consiglieri presenti, su ‘Abolizione del limite minimo di nelle scuole dei comuni montani, delle piccole isole e delle aree abitate da minoranze linguistiche’. Si tratta di un provvedimento che impegna il presidente Vito Bardi e la sua Giunta a portare all’attenzione della Conferenza Stato - Regioni “il tema dell’abolizione del limite numerico minimo per la formazione delle classi nelle scuole dell’infanzia primarie e secondarie dei comuni montani, delle piccole isole e delle aree geografiche abitate da minoranze linguistiche”. Nella sollecitazione, l’esponente di Italia Viva parte dal caso nato a Sasso di Castalda, dove gli iscritti al plesso scolastico (Infanzia, Primaria e Secondaria) ammontano a 58 unità e dove considerando il trend delle nascite (pari a 3 - 4 bambini l’anno), c’è il rischio del ridimensionamento e soppressione della scuola dell’infanzia. Per questo nella stessa comunità si è già costituito un Comitato civico. “Questa problematica in realtà - sottolinea Polese - interessa gran parte del territorio della Regione Basilicata e che ad ogni scadenza di legge in tema di dimensionamento scolastico, grande diviene il grido di dolore proveniente dai territori interessati. Ad oggi in molti comuni lucani sono già venuti meno alcuni presidi scolastici come le scuole secondarie”. “La programmazione in materia scolastica seguita sinora, pur tenendo conto di tutte le buone azioni poste in essere a livello soprattutto locale, non ha prodotto risultati tangibili in termini di arresto del fenomeno di abbandono delle zone rurali. Per questo si rende necessaria una risoluzione radicale e strutturale della problematica”, dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale che continua: “La mozione approvata impegna ora il presidente Bardi a portare la questione in Conferenza Stato Regioni e di sostenere le richieste del Comitato Cittadino di Sasso di Castalda. Ricordo anche che in Parlamento è presente la proposta di legge numero 678, primo firmatario il deputato Amorese, per l’abolizione del limite numerico minimo delle classi nelle scuole primarie e secondarie dei comuni montani, delle piccole isole e delle aree geografiche abitate da minoranze linguistiche. E’ urgente ora sollecitare l’attenzione su questa Pdl e costruire tutte le interlocuzioni politico, istituzionali e sindacali per cercare di approvarla facendola divenire patrimonio di tutti i gruppi politici   come già è stato dimostrato in Consiglio regionale ieri”.

Roma, 25 ottobre 2023 - “Con la prossima legge di Bilancio è indispensabile integrare il Fondo nazionale sugli aiuti alimentari perché altrimenti, con le lungaggini dei bandi, rischiamo che nel prossimo triennio i magazzini del Banco alimentare, della Caritas e delle migliaia di associazioni che distribuiscono generi alimentari alle persone in difficoltà attraverso pacchi alimentari, empori e mense solidali, rimangano vuoti. Si stanno esaurendo i 300 milioni stanziati dall’allora ministra Bellanova durante la pandemia, e oggi la difficile situazione economica dimostra che bisogna continuare in quella direzione”. Lo ha detto Maria Chiara Gadda, deputata di Italia Viva, nella replica al question time con il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.

“Dopo la pandemia la povertà è di molto aumentata, anche a causa dell’inflazione. Non è pensabile paragonare la ‘Carta dedicata a te’ con il fondo per gli aiuti alimentari, le due misure si rivolgono a platee di beneficiari differenti e i 15 milioni per il 2024 confermati oggi dal ministro per gli aiuti alimentari sono troppi pochi e non consentono programmazione triennale. Bisogna riequilibrare la sproporzione in termini di stanziamenti con la carta ‘Dedicata a te’ che dà solo un bonus economico una tantum, e nemmeno a tutte le persone in difficoltà visti i paletti che ha lo strumento. Cosa ben diversa è il fondo sugli aiuti alimentari, che è una misura di sussidiarietà. Il Terzo settore risponde a bisogni sociali che non sono soltanto materiali, la distribuzione del cibo presuppone sempre anche una presa in carico della persona e delle sue difficoltà. Chiedo per questo al ministro un impegno preciso nella  prossima legge di Bilancio a rimodulare le risorse per consentire al Terzo settore di continuare la sua attività. Al contempo, è necessario ottimizzare le procedure burocratiche per la distribuzione dei generi alimentari perché se le risorse non vengono impiegate non è certo per la mancanza di bisogno o per incapacità delle associazioni, piuttosto per la macchinosità e l’onerosità dei bandi fatti da Agea”, conclude.

 


 



 

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